venerdì 24 luglio 2009

ESTRATTO INTERVISTA DE LA STRADA DI CASA A LARA ZAVATTERI



Cosa ti ha portato a scrivere questo libro?
“La voglia di raccontare una storia che mette in discussione gli stereotipi femminili, i ruoli cui
secondo la società una donna deve attenersi, come quello di moglie e madre. Anna, Sara e Matilde
cercano di essere donne diverse, con un proprio modo di pensare e di agire alla ricerca di
un'emancipazione e di un'indipendenza. Tutte e tre tentano questa strada, ma non tutte riescono a
percorrere fino in fondo il cammino”

Chi ti ha ispirato?
“Naturalmente tutto l'universo femminile che mi ha circondato fin dall'infanzia, la storia di mia
nonna che per tutta la vita non ha mai espresso una propria opinione, mia madre che è riuscita a non
crescere con questa zavorra, le mie convinzioni in proposito. Inoltre per il personaggio di Matilde
mi sono ispirata alla zia di mia nonna che negli anni Venti emigrò in Argentina ma da lì a pochi
anni, vedova e con una figlia a carico, fu costretta a tornare al paese e ricominciare. In un'epoca in
cui la donna era quasi sempre unicamente moglie e madre lei trovò lavoro come postina (allora si
usava la bicicletta per raggiungere anche le frazioni più lontane) e riuscì ad essere, appunto,
indipendente. La famiglia di mia nonna era composta da due sorelle e un fratello che divenne
partigiano, la madre si chiamava Viola (nel libro è Violante) ed il padre fu il primo fotografo del
paese. Per anni ho sentito la storia di due tedeschi che, per non essere catturati, chiesero a mio
nonno dei vestiti borghesi per darsi alla fuga, durante la seconda guerra mondiale. Erano soldati alla
mano, che in paese non avevano mai fatto del male a nessuno e che alla sera regalavano caffè a chi
li ospitava. Mio nonno acconsentì, ma nell'aia dove si erano cambiati i vestiti non furono mai trovati
né gli indumenti né le armi che avevano con loro, che pure se n'erano andati senza. Una storia che
mi ha sempre affascinato-li ho cercati anch'io in quell'aia, senza mai trovarli- e mi ha ispirato il
personaggio di Alexander.

Che tipo di ricerche hai svolto per questo libro? Soprattutto per la parte del diario-quella più corposa- ho cercato di documentarmi sulla quotidianità
dell'era fascista, ad esempio per le uniformi dei bambini e dei ragazzi e per ciò che si leggeva
allora. In un passaggio Sara parla di una pubblicità letta sulla “Domenica del Corriere”, è una
pubblicità reale che ho ripreso da una copia del giornale appartenuta al mio bisnonno. Determinati
fatti, come quando Matilde annuncia a Sara che Galeazzo Ciano è stato fucilato e che bisogna
mettere sulla porta un documento con il nome di tutti gli occupanti ricalcano la data esatta (ho
cercato di restare fedele alle date per tutti gli avvenimenti, come Cefalonia, accaduti in quel
periodo) e un provvedimento che i tedeschi davvero imposero in certe zone al fine di impedire che
si nascondessero ebrei. Sara parla dei tedeschi chiamandoli “todeschi” perché così si identificavano
in dialetto. Ho scelto come città Francoforte sul Meno, dove si reca Anna, perché quella era la città natale di Anne Frank.

Qual è il tuo lettore tipo?
Non c'è un lettore tipo. Direi tutti quelli che amano leggere e scoprire il segreto del libro solo alla
fine.


Il libro è disponibile su
http://www.uni-service.it/la-strada-di-casa.html , www.ibs.it

venerdì 17 luglio 2009

LA DOMENICA DEL CORRIERE


La Domenica del Corriere, un supplemento settimanale del Corriere della Sera, fondato nel 1899 e chiuso nel 1989 viene citato nel libro. Lo legge abitualmente il padre di Sara e sul Corriere appaiono pubblicità che ricordano la "debolezza" della donna, pubblicità citate nel libro. La Domenica del Corriere era famosa anche per le sue copertine illustrate.

lunedì 6 luglio 2009