giovedì 13 dicembre 2012

AUGURI!




Tanti cari auguri di Buon Natale e Buon Anno a tutti i miei lettori, a chi segue il blog, a chi ha apprezzato il libro e a chi ancora non lo conosce. Per questi ultimi, leggete il blog , i report gratuiti, visitate la pagina Facebook per farvi un’idea.

Auguri a tutti voi!

Lara Zavatteri

giovedì 8 novembre 2012

L’AMBIENTAZIONE DELLA STRADA DI CASA: CASTELFONDO



Castelfondo è un paese della valle di Non (Trentino) che fa da sfondo alle vicende delle protagoniste de “La strada di casa”. Non è un caso aver scelto un paese per raccontare le vicende di Sara, Matilde e Anna, infatti in un posto dove tutti si conoscono, in una realtà molto più piccola di una città, ogni comportamento viene analizzato e ogni fatto commentato. Per questo per Sara non è facile decidere cosa fare, se restare al paese o fuggire con il suo innamorato tedesco, per questo a soffrire è soprattutto Matilde, la donna “diversa” perché troppo indipendente secono i canoni dell’epoca. Certe scelte da parte delle protagoniste sarebbero state comunque dolorose e difficili anche in un contesto come quello cittadino, ma vivere in un paese per loro ha reso tutto più complicato. Nonostante tutto decidono seguendo il cuore anche se per Matilde l’epilogo sarà drammatico.

mercoledì 17 ottobre 2012

A CHI CONSIGLIO QUESTO LIBRO?



A chi è appassionato della seconda guerra mondiale, ma anche vuol leggere di un amore impossibile tra un tedesco e una sorella di un partigiano, a chi ama i segreti (tutto il libro è incentrato su un segreto del 1945), a chi abita in val di Non e a Castelfondo (il libro è ambientato lì).

giovedì 27 settembre 2012

LA STRADA DI CASA IN BREVE


Un amore impossibile. Lei è sposata, ha un fratello partigiano ucciso durante la Seconda guerra mondiale, una zia staffetta partigiana. Lui è un tedesco che non vorrebbe essere in guerra. Decidono di fuggire per un incerto futuro. La cornice è la val di Non, il paese di Castelfondo in particolare. La storia dei due innamorati si trova in un diario segreto, scoperto dalla figlia della protagonista, che pian piano riesce a mettere insieme i pezzi della storia nascosta di sua madre, ma anche della sua vita.

venerdì 31 agosto 2012

La seconda guerra mondiale in valle di Non: amore impossibile, l’emancipazione femminile in un diario segreto.




La strada di casa racconta il periodo della seconda guerra mondiale in valle di Non, precisamente nel paese di Castelfondo. La storia racconta l’amore impossibile di Sara, allora una giovane donna, per un soldato tedesco, ma anche la vita fuori dagli schemi della zia Matilde, che crede nell’emencipazione femminile ed è segretamente diventata una staffetta partigiana, in questo aiutata anche dal suo lavoro come postina. Tutta la vicenda, dal 1943 al 1945 è narrata in un diario segreto scoperto dalla figlia di Sara, Anna, nata dopo gli avvenimenti lì riportati. Leggendo Anna scopre il passato della madre e fatti e persone di cui non sospettava l’esistenza: si mette quindi in viaggio per conoscere tutta la verità.

Per avere il libro: contattatemi (larazavatteri@gmail.com), acquistatelo via Internet dalla casa editrice Uni-Service di Trento o alla libreria La cattedra di Cles.

martedì 31 luglio 2012

ESTRATTO DAL LIBRO-IL CARATTERE DELLA ZIA MATILDE


In seguito, stanca delle mie domande nate dopo aver ascoltato quei discorsi, la mamma mi raccontò la storia della Matilde. Nei primi anni Venti, quando io ero piccolissima, la zia emigrò in Merica, a Buenos Aires, con suo marito. Pier Cesare De Bello, detto Cesare, che nonostante il nome bello non era davvero secondo mia madre, era un uomo di mezza statura, corporatura robusta e quasi grasso, un naso adunco e dei favoriti lasciati crescere senza cura, che sfigurava di fronte alla Matilde, alta, snella e con i lineamenti decisi ma al contempo delicati, che ne facevano una vera bellezza. Apparteneva ad una delle famiglie più ricche della zona che possedeva terreni un po’ in tutta la vallata, ma lo stesso Cesare aveva mandato in rovina i suoi e nessuno sapeva bene per quali motivi; la madre, caduta in disgrazia da un giorno all’altro, era morta di crepacuore.
 Lui, forse per cercare di alleviare il suo tormento e allontanarsi dal rancore del padre e dei fratelli, aveva deciso di salpare oltreoceano in cerca di fortuna. Ma appena qualche mese dopo il loro arrivo, scoppiò un’epidemia di tifo che uccise Cesare, lasciando la Matilde sola con mia cugina Maria di un anno ed una montagna di debiti. Il marito infatti doveva dei soldi al proprietario di una terra, un piccolo appezzamento che aveva acquistato promettendo di pagare un po’ per volta. Sperava forse di ricavarne qualcosa lavorando la terra e coltivandola, però la zia scoprì che non valeva nulla e l’aridità del terreno era tale da non permettere a nessun tipo di coltura di attecchire. Lei aveva estinto i debiti con il truffatore lavorando come serva in un’osteria locale. Gli abitanti del villaggio la chiamavano scherzosamente la “Piedra”, la Pietra, un modo per definire il suo carattere ostinato, ed osservavano con curiosità il suo tragitto verso la locanda, ogni giorno per mano ad una bambina sempre più magra; se la trascinava dietro non sapendo a chi affidarla. Prometteva alla figlia, ma in realtà più a se stessa, di ritornare in Italia, cercando di farsi coraggio e tirare avanti. Non era semplice. Avevano le scarpe bucate e vestiti stracciati, ma la zia aveva rifiutato qualsiasi forma d’aiuto, specialmente quello di suo padre. 

Dopo la morte di Cesare aveva scritto al paese e la famiglia immaginava in quali condizioni sopravvivessero madre e figlia. I genitori spedivano lettere offrendole aiuto, anche a costo di grandi sacrifici, ma lei rifiutava sempre. Quei rifiuti le costarono parecchi mesi di lavoro, in un paese che non amava, ben lontano dalle speranze che erano state sue e di Cesare.
Solo dopo un anno e mezzo che lavorava all’osteria riuscì a mettere da parte il danaro per pagare la traversata via mare. Al paese la gente era sorpresa per il suo mancato ritorno dopo la scomparsa del consorte e pensavano che la Matilde si fosse già trovata un altro uomo mentre a Buenos Aires, dove la zia aveva conosciuto diversi amici, la vedevano partire con un groppo in gola e la salutavano sventolando fazzoletti sul molo, ammirando la dignità di quella donna che era stata capace di farsi forza.
Tornava al paese che aveva lasciato e tutto ciò che aveva (a parte la vedovanza) stava in una valigia sbrindellata. Decisa a non gravare su nessuno ed a conservare la propria indipendenza, la Matilde si mise alla ricerca di un lavoro e di un posto dove vivere con la Maria.

“Quando la rividi rimasi di sasso. Si era tagliata i capelli e portava le braghe. Mi disse che con il tessuto delle gonne aveva fatto pezze da cucina. Pareva un uomo” mi raccontava la mamma.

Oggi so che mia madre si sbagliava. La zia somiglia ad un uomo non per l’aspetto (i capelli corti, che porta ancora adesso, le donano molto) o l’abbigliamento, quanto per gli atteggiamenti sicuri, il piglio, l’andatura veloce, lo spirito, tutte caratteristiche più dei maschi che delle femmine. Trovò un impiego come postina, lavoro che svolge ancora oggi a turno con un collega, Remo: per fortuna il telegramma che annunciava la morte di Renzo non l’ ha dovuto portare lei alla mamma.
 Era un lavoraccio, che la costringeva a pedalare per chilometri in bicicletta per consegnare lettere e pacchi, con qualsiasi tempo. Gli anni trascorsi in Argentina però l’avevano resa più forte e non la spaventava la fatica; con i risparmi comprò una piccola casetta, lasciando l’abitazione di un’amica che l’aveva ospitata nei primi tempi. Spaccava la legna, arava i campi e falciava i prati, era capace di riparare qualsiasi congegno meccanico, leggeva, s’interessava di sport e politica, quello che non sapeva fare lo imparava presto.
Cosa più importante, non aveva più cercato un uomo, benché i corteggiatori non le mancassero. Quando la mattina passava in bicicletta per le vie del paese i giovanotti le urlavano: “C’è posta Matilde?” e fischiavano in segno d’approvazione. Lei rideva, a volte si fermava a parlare. Era giovane e bella, quando fui più grandicella le chiesi perché non desiderasse risposarsi. Un giorno che lei e la Maria erano passate a casa nostra, avrò avuto otto o nove anni, le dissi che sposandosi di nuovo non avrebbe più dovuto lavorare tanto. Lei non si scompose, mi venne vicino e, parlandomi piano come fosse una confessione, mi confidò che lavorare le piaceva molto. Non riuscivo a capire come potesse esser contenta di pedalare per ore sotto la pioggia o di spaccarsi la schiena in lavori che un uomo poteva svolgere al suo posto. Rimasi senza parole, la zia rise del mio silenzio e aggiunse che un lavoro fatto con tutti i crismi dava grande soddisfazione.
Fino ad allora l’unico modello di donna che credevo possibile era quello della ragazza che diventa moglie e madre e si affida in tutto e per tutto alle decisioni del marito: una come mia madre, insomma. Le sue parole mi avevano confuso; era l’unica donna della borgata a vivere sola, in una casa senza un uomo, e sola aveva allevato la figlia. Molte delle altre, anche quelle rimaste vedove, si erano maritate con i primi uomini disponibili per paura di doversi arrangiare o apparire indecorose. Sapevo che quella condizione era la causa di molti litigi familiari, perché soprattutto suo padre (e mio nonno) la voleva sistemata e “normale” come le altre.
Io vedevo la vita della zia come un qualcosa di strano ed allo stesso tempo affascinante e proibito e non sapevo mai bene se imitarla o, in certi momenti, specie quando ne sentivo parlare dai miei, compatirla. Avevo sempre questi pensieri, a volte m’immaginavo trasformata in un ragazzo per quelle folli idee di libertà, di una vita mia, con le mie sole forze su cui contare e non comprendevo perché indossare delle braghe di fustagno fosse peccato.
 Una volta il signor curato, vedendola abbigliata da maschio, le ricordò che il Signore aveva stabilito che le donne dovevano indossare vesti e che, se non aveva più gonne in casa, la perpetua sarebbe stata lieta di cucirne una per lei. La Matilde scoppiò a ridere come al suo solito, domandando al signor parroco se per caso i preti, che indossano la tonaca, fossero in realtà delle donne.
Quando era da noi, mentre mia madre cucinava lei leggeva, commentava le notizie del giorno cercando invano di coinvolgere mio padre. Lui non condivideva i modi della Matilde, quel rifiuto di “stare al suo posto” e non di rado cercava di umiliarla, senza tuttavia riuscirci, ricordandole che quelle erano robe da uomini.
Fin dall’inizio, alla zia non è mai piaciuto il Duce e non ha più cambiato opinione. Una volta acciuffò me e Renzo mentre, vestiti con la divisa dell’Opera nazionale Balilla, raggiungevamo il sagrato della chiesa per gli esercizi ginnici del sabato. Ci spogliò e, dopo averci rivestiti con altri abiti, ci disse di andare a giocare, che sicuramente il nostro fisico ne avrebbe tratto maggiore giovamento.

“Sono due porci, quelli lì. Sono stati capaci solo di urlare in piazza alla gente sciocca che li applaudiva” l’ho sentita dire una volta, riferendosi al Duce e Hitler, dopo un comizio di Mussolini trasmesso per radio, seguito da Galeazzo “testa di cazzo” Ciano, come dice lei riprendendo uno sfottò popolare.
 Detesta il Duce per molte ragioni, soprattutto per quello che pensa delle donne, e ripete spesso che lei si sente tale anche se non ha ricevuto alcuna medaglia al merito o un premio in danaro durante una cerimonia pubblica per aver partorito dodici figli per la Patria, perché non potrà mai riconoscersi nel “Credere, obbedire, combattere e..partorire!”.

mercoledì 11 luglio 2012

martedì 10 luglio 2012

LA STRADA DI CASA ALLA LIBRERIA LA CATTEDRA DI CLES




Vi segnalo che La Strada di Casa è nuovamente disponibile per l’acquisto alla libreria La Cattedra di Cles, val di Non, Trentino, in via Filzi 9 (a due passi da piazza Granda).

mercoledì 4 luglio 2012

PERCHÉ LA STRADA DI CASA




La strada di casa è una metafora per indicare:

  • per Anna, che ritrova il diario della madre scritto durante la seconda guerra mondiale, la possibilità di conoscere una parte del suo passato attraverso un viaggio tra il Trentino, la Germania e infine la Polonia;
  • per Sara, madre di Anna, negli anni della guerra, la volontà di amare un soldato tedesco nonostante tutto e coniugare questo con l’affetto per la zia Matilde, staffetta partigiana:
  • per Matilde la voglia di essere accettata, anche se non espressa chiaramente, anche se è una donna anticonformista, partigiana, indipendente.

La strada di casa è prima di tutto la necessità per queste donne di essere accettate per come sono, oltre che per Anna la necessità di conoscere un pezzo della sua vita rimasto nascosto per moltissimi anni.

martedì 12 giugno 2012

UN MONDO DI DONNE CON LA STRADA, ARTEMISIA E LE PICCOLE COSE





L’universo femminile è al centro di tre dei miei libri. In La strada di casa la protagonista è Sara, una donna ormai anziana ai giorni nostri ma che durante la seconda guerra mondiale era una giovane ragazza sposata ad un uomo non amato, che incontra e s’innamora di un soldato tedesco. Un amore che va contro ogni regola, perché il fratello di Sara era partigiano ed è stato ucciso e perché la zia Matilde, donna energica e indipendente, è a sua volta staffetta partigiana. Sarà la figlia di Sara, Anna, a ritrovare il diario della madre, scoprire la sua storia e il segreto che ha custodito per oltre mezzo secolo.
Un altro libro da cui emerge la forza delle donne è L’Inclinazione. Storia di Artemisia e Nives. Artemisia è Artemisia Gentileschi, pittrice romana del Seicento, dotata di grande talento artistico e violentata da un pittore amico e collaboratore del padre, Agostino Tassi. Artemisia si ribella e riesce a far condannare l’uomo (la vicenda è vera) ma il suo nome fino ad oggi è rimasto legato a quella vicenda. Nel libro si parte dalla sua vera storia per arrivare ad una parte fantasy, con Artemisia che decide di fare una pozione per rendere immortale se stessa e i suoi quadri e non essere ricordata solamente per la violenza subita. Purtroppo le cose non vanno come dovrebbero andare, la pittrice sbaglia la pozione e secoli dopo sarà Nives, giornalista dei nostri giorni, a subirne le conseguenze. Da Trento, dove vive, segue uno scoop legato al furto di uno dei quadri di Artemisia e si ritrova a Roma, nella casa antica dei Gentileschi, ma non da sola, bensì con la parte cattiva di se stessa, che per l’incantesimo di Artemisia è come sdoppiata. Toccherà a lei vincere sull’altra se stessa perché il male non vinca sul bene e domini il mondo.
Infine nel libro di racconti Le Piccole Cose le donne forti sono, ad esempio, la Donna delle Fucine, toponimo del paese di Cavizzana (Trentino) dove si crede che esista un’antica maledizione. Sarà questa donna, nonostante l’emarginazione cui l’ha confinata la gente, a salvare il paese dalla peste (veramente Cavizzana fu l’unico paese della val di Sole a non essere decimato dal morbo), ma anche Marcellina, che lascia la sua terra per non abbandonare il fratello più debole. Scoprite i testi sui blog e scaricate i report gratuiti, vi aspetto su








mercoledì 16 maggio 2012

LARA ZAVATTERI SUL MENSILE DUEMILA, CULTURA DEL NORD EST

Ringrazio moltissimo la rivista “Duemila”, mensile di informazione culturale del Nord Est per la bella intervista che mi ha dedicato. Il mensile è in vendita nelle migliori edicole delle seguenti città: Treviso, Belluno, Venezia, Rovigo, Padova, Vicenza, Verona, Udine, Trieste, Pordenone, Gorizia.


lunedì 7 maggio 2012

Gli intrecci de La strada di casa




La strada di casa ha vari intrecci, ecco i principali:
  • Scoperta del diario della madre da parte di Anna e viaggio per trovare una parte del suo passato tra Italia, Germania  e Polonia
  • L’amore impossibile tra Sara e il soldato tedesco Alexander negli anni della seconda guerra mondiale. Renzo, il fratello di Sara, era partigiano ed è stato ucciso.
  • La complicità tra Matilde, staffetta partigiana, e la nipote Sara
  • La difficoltà di essere donna allora (seconda guerra mondiale) raccontata da Matilde e Sara e oggi raccontata da Anna
  • Gehrard, personaggio secondario che però faceva parte dell’esercito tedesco e vive oggi in Polonia, la città che lui stesso ha contribuito a distruggere. Custodisce un segreto.
  • La figura di Will che collega l’ieri all’oggi

giovedì 12 aprile 2012

LO COMPRO? PRIMA LEGGI IL REPORT GRATIS




Ciao! Se ti stai chiedendo perché dovresti comprare questo libro oppure vuoi saperne di più, scarica subito il report gratuito dal link che vedi qui sul blog! Scarica, leggi, approfondisci e poi, se ti piace, acquista e leggi tutto il libro! Fai subito il download gratuito! Grazie

Lara


lunedì 12 marzo 2012

LARA ZAVATTERI INTERVISTATA DA ALESSANDRO BAGNATO







Se volete conoscermi meglio e conoscere i miei libri, leggete la bella intervista che ha realizzato l’amico Alessandro Bagnato sul suo blog “Le finestre dei pensieri”. Grazie mille Alessandro, per voi lettori, vi aspetto sul suo blog, dove potete conoscere anche Alessandro e le sue opere, CLICCATE QUI



 INTERVISTA A  LARA ZAVATTERI



VI ASPETTO!

lunedì 13 febbraio 2012

LA STRADA DI CASA A CASTELFONDO




Sabato 11 febbraio all’Ostello della gioventù a Castelfondo si è svolta la rappresentazione teatrale “La strada di casa” tratta dal mio libro a cura del gruppo culturale teatrale Amici…di Castelfondo e val di Non. La rappresentazione, dopo quelle di Cles, Dimaro e Fondo, è così approdata nel paese dove il libro è ambientato. Desidero ringraziare il gruppo, gli attori e tutti i tecnici, il gruppo dei RaNDy’$ e in generale tutti coloro che hanno reso possibile tutto il progetto. Grazie a tutti coloro che hanno partecipato agli spettacoli, grazie a chi ha acquistato il libro (ne ho di disponibili, se interessa, scrivendomi a larazavatteri@gmail.com). Grazie a tutti, è stato bellissimo e una forte emozione, per me, vedere la mia storia narrata a teatro.

lunedì 6 febbraio 2012

La strada di casa a Fondo


Sabato 4 febbraio si è svolta a Fondo in val di Non (Trentino) la terza rappresentazione del libro “La strada di casa” con gli Amici…di Castelfondo e val di Non. Riporto qui sotto alcune immagini con gli attori e alcune scene, con ad esempio l’incontro tra Will e Gherard,  Sara e Anna, Sara e il marito Carlo, una scena con i personaggi di Sara, la madre Viola, la sorella Susanna, il padre Giovanni, la cugina Maria e la zia Matilde. Grazie a tutti gli attori, al gruppo dei RaNDy’$ e a quanti hanno reso possibile lo spettacolo. Grazie a coloro che hanno partecipato e vi aspetto per l’ultimo appuntamento questo sabato, 11 febbraio, all’Ostello della gioventù a Castelfondo alle 21. Ne vale davvero la pena :)





 

lunedì 30 gennaio 2012

LA STRADA DI CASA-SECONDA RAPPRESENTAZIONE A DIMARO VAL DI SOLE


Ieri, 29 gennaio, si è svolto il secondo appuntamento con la rappresentazione teatrale “La strada di casa” portata in scena al teatro di Dimaro (val di Sole-Trentino) dal gruppo culturale teatrale Amici…di Castelfondo e val di Non. Ottimo successo e grande pubblico hanno accolto la storia tratta dal mio libro, ringrazio tutti coloro che hanno partecipato e che hanno acquistato il mio libro. Ecco alcune immagini della rappresentazione, vi ricordo che il prossimo appuntamento è a Fondo (val di Non) il 4 febbraio al Palanaunia alle 21. Sarò presente anche lì con alcune copie de La strada di casa, vi ricordo che in val di Non si può trovare e ordinare il libro anche alla libreria La Cattedra di Cles.  Vi aspetto e grazie a tutti!


Lara 








martedì 24 gennaio 2012

RECENSIONE DI SUSANNA POLIMANTI



Pubblico la recensione dell'amica e scrittrice Susanna Polimanti che ha letto il libro. Grazie Susanna! 

“La strada di casa”: un libro, a mio parere, molto bello! Mi ha appassionato il racconto di un diario ritrovato che ripercorre i tempi della seconda guerra mondiale, i sentimenti, le emozioni dei protagonisti che superano le bruttezze di una verità storica e nonostante le difficoltà del loro tempo, trovano nel cuore, valori importanti quali l'amore, l'amicizia, gli affetti familiari, non sempre perfetti. Realtà romanzesca  che svela capacità introspettiva e forza interiore dei protagonisti che riconduce ad ogni età e momento storico.
Lara Zavatteri: una giovane scrittrice che ritengo sia già una promessa della letteratura contemporanea con le sue spiccate attitudini di narratrice profonda e soprattutto spontanea.

martedì 17 gennaio 2012

SPETTACOLO A DIMARO

IMPORTANTE: Lo spettacolo La strada di casa a Dimaro è previsto il 29 gennaio alle 14.30 (non alle 14 come detto in precedenza) al teatro, con possibilità di acquistare i libri alla fine dello spettacolo. Vi aspetto!

Lara

lunedì 16 gennaio 2012

PRIMO SPETTACOLO: UN SUCCESSO!

Venerdì 13 gennaio la prima dello  spettacolo La strada di casa è stata un successo. Bravi agli attori degli Amici...di Castelfondo e val di Non, al gruppo musicale dei Randy's e a tutti coloro che hanno collaborato! Ecco alcune immagini (io per ultima)...


lunedì 2 gennaio 2012

Come richiedere i miei libri




Prima di tutto, buon anno a tutti!

Scrivo questo post per facilitare tutte quelle persone che vorrebbero acquistare i miei libri ma o non sono pratiche di acquisti in Rete, o di Internet in generale, oppure non hanno una connessione Internet a casa o per altri motivi, insomma, non possono acquistare il libro tramite Internet. Se non avete la possibilità di acquistare il libro o i libri via Internet, posso procurarveli io. Basterà, se siete della mia zona, farmelo sapere di persona (abito a Mezzana, val di Sole, Trentino, in via 4 novembre 21, a piano terra, per capirci di fronte all’hotel Salvadori) scrivendomi una lettera, telefonandomi al 348/7702561 o scrivermi a larazavatteri@gmail.com specificando quale o quali libri volete (date un’occhiata su www.larazavatteri.blogspot.com). Scrivete anche la quantità e il vostro indirizzo, vi spedirò tutto via posta con l’aggiunta delle spese di spedizione, che paghereste comunque anche via Internet. Ricordo che potete anche richiedere tramite un ordine il libro in libreria, (tranne Frammenti di una valle) specificando nome dell’autore, titolo e casa editrice. Molti sono print on demand, cioè si devono prima stampare, per cui a volte bisognerà attendere un po’, ma si tratta di qualche settimana in genere, non di più. In ogni caso, sarò contenta di fornirvi il mio libro! Grazie e a presto!

Lara