mercoledì 26 agosto 2009

PREFAZIONE DE LA STRADA DI CASA

Ognuno cerca sempre la strada di casa.
Inconsapevolmente o meno, tutti portiamo dentro
quel luogo dal quale proveniamo, nel quale siamo
cresciuti, dove si è riso e si è sofferto e spesso è
proprio quando ce ne allontaniamo che il richiamo
delle nostre radici si fa sentire più forte. È impossibile
spezzare questo legame, sarebbe come uccidere una
parte di noi stessi, dimenticare i ricordi, relegare il
nostro passato in un limbo. Tutti i personaggi di
questo libro cercano la strada di casa: l’ ha cercata
Sara durante la guerra realizzando infine il
ricongiungimento in modo doloroso, la cerca
metaforicamente Anna inseguendo da un lato la vera
identità della madre, dall’altro qualcuno che può
svelare in parte quel mistero, quest’ultimo a sua volta
occupato a trovare un luogo mai conosciuto. La cerca
infine anche Matilde, il personaggio “diverso” della
storia ed in quanto tale isolato dal gruppo, che pure
nei suoi tratti caratteristici di donna moderna,
emancipata, libera e quindi scomoda in una società
fortemente ancorata ad una visione maschilista della
vita, brama continuamente d’essere accettata per
quello che è, di tornare a casa. Per tutti la strada da
percorrere all’inizio è nebulosa ma pian piano la
foschia si dirada e, con esiti diversi, i protagonisti
scorgono il percorso da affrontare. Perché sempre,
anche ad occhi chiusi, chi ama un posto è capace di
ritrovarlo, e dovunque siamo la voce delle nostre
radici ci chiama e ci conduce a casa.

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mercoledì 19 agosto 2009

DALL'AFRICA IL COMMENTO SULLA STRADA.



Ciao cara Lara,

Ho appena finito di leggere La Strada di Casa...... il tuo racconto mi e’piaciuto moltissimo. Sei molto brava e sono contentissima di avere il tuo libro.... vorrei avere anche l’altri!!! Dobbiamo metterci d’accordo e fare come abbiamo fatto l’ultima volta. (Grazie per la dedica!)

Ti confesso che il tuo racconto mi ha “toccata”in un certo modo, difficile da spiegare, especialmente in italiano,.... la vita quotidiana della famiglia di Sara ...... e lo stato politico di quei tempi ,in quella regione, dovra’essere stato esattamente come hai scritto. Mi ha colpito il fatto che la famiglia di mio padre doveva essere stata in una simile situazione e non solo, i problemi quotidiani, il modo di vita saranno stati anche molto simile. Cose che non conosco molto bene.

Conoscendo cosi’ poco della mia famiglia paterna, per la estrema privacy personale di mio padre, ogni “bricciola”di informazione, un piccolo frammento di luce su quella che sarebbe stata la sua vita in famiglia, per me e’ sempre stato molto importante . La ragione per la quale il mio adorato Papa’ ha sempre taciuto sulla loro storia famigliare doveva essere importantissima....questo l’ho abbiamo capito, e che fosse legata alle politiche del giorno e anche stato molto chiaro.... ma quello che veramente e’successo non si sapra’mai. La mia ricerca era incominciata con il conoscere dove i miei nonni sono seppolti, ma non ho mai potuto saperlo. Chissa’ forse certe volte e’meglio lasciare le cose come stanno....... ma la mia curiosita’ continua! Ho sempre intuito pero’ che lui abbia sofferto molto per la perdita della famiglia e per la solitudine. Fin quando si e’sposato con mia madre ed ha iniziato la sua famiglia che era cosi’importante per lui e cosi’ “sacra”. Piu’buona e decente persona, con tanta intelligenza e compassione per l’altri ancora non l’ho incontrata. (Ovviamente capirai che lo adoravo, come lui adorava noi!).



Cari saluti, ti prometto che un giorno, spero non tanto lontano, ci incontreremo!

Maria

lunedì 3 agosto 2009

MATILDE LA POSTINA


Matilde, una delle protagoniste del libro, di mestiere fa la postina. In un'epoca come quella del fascismo in cui la donna veniva considerata solo moglie e madre Matilde intraprende questa professione, portando in giro la posta pedalando in bicicletta, sotto qualsiasi tempo. Questo impiego le consentirà anche di portare in giro più agevolmente i messaggi dei capi partigiani.