lunedì 26 settembre 2011

LA STRADA DI CASA DIVENTA UNO SPETTACOLO TEATRALE!






La strada di casa diventa uno spettacolo teatrale! Il gruppo Amici di...Castelfondo infatti sta preparando, seguendo un copione scritto da me e ispirato al libro, uno spettacolo teatrale che sarà presentato in val di Non (Castelfondo è il paese dove è ambientato il libro) e forse anche in val di Sole a gennaio.

Posso solo ringraziare questo gruppo che ha creduto in me e nel mio libro e che porterà in scena il mio testo, una cosa che non avrei mai creduto possibile. Grazie mille di cuore. 

Restano ancora diverse cose da definire, ma invito tutti i lettori e non agli spettacoli di gennaio per vivere la storia che hanno letto ne La strada di casa oppure conoscere la trama per la prima volta e nell'occasione acquistare il libro.

Intanto vi invito a conoscere meglio gli Amici cliccando sul loro sito:
http://www.amicidicastelfondo.it/



Grazie a tutti e arrivederci a presto sul palcoscenico!

Lara Zavatteri

mercoledì 21 settembre 2011

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Rispondete alla domanda e diventate fan della pagina del libro su Facebook!

Su Facebook cercate La strada di casa  e rispondete, vi aspetto!

mercoledì 14 settembre 2011

LE IDEE DI MATILDE SUL DUCE

Riporto qui un estratto del libro in cui Sara, che scrive il diario tra il 1943 e il 1945, parla della zia Matilde, del suo modo di essere e del suo pensiero nei confronti del fascismo:


"Io vedevo la vita della zia come un qualcosa di strano ed allo stesso tempo affascinante e proibito e non sapevo mai bene se imitarla o, in certi momenti, specie quando ne sentivo parlare dai miei, compatirla. Avevo sempre questi pensieri, a volte m’immaginavo trasformata in un ragazzo per quelle folli idee di libertà, di una vita mia, con le mie sole forze su cui contare e non comprendevo perché indossare delle braghe di fustagno fosse peccato.

 Una volta il signor curato, vedendola abbigliata da maschio, le ricordò che il Signore aveva stabilito che le donne dovevano indossare vesti e che, se non aveva più gonne in casa, la perpetua sarebbe stata lieta di cucirne una per lei. La Matilde scoppiò a ridere come al suo solito, domandando al signor parroco se per caso i preti, che indossano la tonaca, fossero in realtà delle donne. 

Quando era da noi, mentre mia madre cucinava lei leggeva, commentava le notizie del giorno cercando invano di coinvolgere mio padre. Lui non condivideva i modi della Matilde, quel rifiuto di “stare al suo posto” e non di rado cercava di umiliarla, senza tuttavia riuscirci, ricordandole che quelle erano robe da uomini. 

Fin dall’inizio, alla zia non è mai piaciuto il Duce e non ha più cambiato opinione. Una volta acciuffò me e Renzo mentre, vestiti con la divisa dell’Opera nazionale Balilla, raggiungevamo il sagrato della chiesa per gli esercizi ginnici del sabato. Ci spogliò e, dopo averci rivestiti con altri abiti, ci disse di andare a giocare, che sicuramente il nostro fisico ne avrebbe tratto maggiore giovamento.

“Sono due porci, quelli lì. Sono stati capaci solo di urlare in piazza alla gente sciocca che li applaudiva” l’ho sentita dire una volta, riferendosi al Duce e Hitler, dopo un comizio di Mussolini trasmesso per radio, seguito da Galeazzo “testa di cazzo” Ciano, come dice lei riprendendo uno sfottò popolare.

 Detesta il Duce per molte ragioni, soprattutto per quello che pensa delle donne, e ripete spesso che lei si sente tale anche se non ha ricevuto alcuna medaglia al merito o un premio in danaro durante una cerimonia pubblica per aver partorito dodici figli per la Patria, perché non potrà mai riconoscersi nel “Credere, obbedire, combattere e..partorire!”.